Di posizioni eseguite appesi ad una corda troviamo traccia in un testo indiano composto in era antecedente al XIV secolo
Questo testo sembra essere all’origine della pratica dell’Ashtanga Yoga, il “Kapala Kurantaka” di Yogi Kuruntaka (il nome completo del testo è “Kapala Kurantaka Yogabhyasasa Paddathi”); è curioso notare che la parola Korunta può essere tradotta in “marionetta”, quindi “appeso ad un filo”.
L’uso di strumenti di supporto alla pratica è stato codificato abbastanza recentemente dal grande maestro B.K.S. Iyengar (1918-2014): gli attrezzi permettono a tutti di migliorare la pratica senza tener conto di possibili limitazioni fisiche.
L’obiettivo di Iyengar era aiutare i praticanti a tenere varie asana. Queste possono essere eseguite tenendosi con le mani alle corde ma possono trasformarsi in figure più complesse, con le funi che sospendono il corpo da terra.
Lo stesso Iyengar appare in alcune delle prime foto che documentano la pratica dell’amaca yoga per inversione. Iyengar usa una corda grossa e una pila di tappetini arrotolati per praticare le flessioni passive all’indietro.
Sfruttando adeguatamente la potenzialità dei supporti è possibile:
- praticare indipendentemente le posizioni (Asana) piuttosto impegnative
- ottenere e mantenere un allineamento corretto
- restare più a lungo e rilassati negli Asana più difficili per riceverne tutti i benefici
- studiare ed investigare gli Asana a livello più profondo
- continuare la pratica e migliorare malgrado possibili infortuni, malattie o condizioni croniche
I supporti moderni sono di molto migliorati in termini di comodità ed efficacia rispetto a quelli creati dal maestro Iyengar, e il Trapezio Yoga rientra tra questi. Questo semplice attrezzo permette di praticare nuove e differenti posizioni in modi che possono profondamente trasformare la pratica e in particolare la salute della colonna vertebrale e la forza del core e della parte superiore del corpo.